Odontoiatria pediatrica:
a che età fare la prima visita

Autrice: dott.ssa Benedetta Prandi
Odontoiatra specializzata in odontoiatria restaurativa, odontoiatria pediatrica ed endodonzia

“La carie che riguarda il bambino si cura come quella dell’adulto, ma l’approccio con i più piccoli è completamente differente e richiede una preparazione specifica.”
Benedetta Prandi

Cos’è l’odontoiatria pediatrica?

Odontoiatria pediatrica oppure odontoiatria infantile sono modi alternativi per identificare la pedodonzia, termine che dal greco unisce due significati: “bambino” e “dente”. Si tratta della branca dell’odontoiatria dedicata allo sviluppo del sistema anatomico dentale dei bambini, anche piccolissimi, quindi dalla nascita alla pubertà.

Il pedodontista, ovvero il dentista pediatrico, ha una preparazione professionale specifica che gli permette di trattare i piccoli grazie a un approccio che punta a instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione. Occorre quindi una preparazione clinica e anche psicologica.
Volendo semplificare, l’odontoiatria infantile è uguale all’odontoiatria per gli adulti, perché la prevenzione e la cura seguono gli stessi processi: una carie nel bambino si cura come quella nell’adulto, ma per farlo occorre relazionarsi con il piccolo in modo idoneo, e la difficoltà sta proprio nella gestione di questo approccio.

Come per i pazienti adulti, anche per la tranquillità dei bambini, il dentista può contare sulla sedazione cosciente: una tecnica che permette di tenere sotto controllo l’ansia e la paura del dentista. È molto meno invasiva della sedazione endovenosa e si somministra tramite inalazione; si esegue con una miscela di protossido d’azoto (N2O) e ossigeno che viene fatta respirare attraverso una mascherina. Il paziente rimane cosciente durante il processo, ma è profondamente rilassato.

La mascherina della sedazione cosciente

Perché anche i denti da latte vanno curati nonostante siano provvisori?

L’obiettivo dell’odontoiatria pediatrica è preservare i denti fin da piccoli, anche per tutelare quelli da grandi.
In quest’ottica i denti da latte vanno curati. Nella quotidianità occorre moderare gli zuccheri assunti con l’alimentazione per evitare delle carie e quando necessario fare intervenire il pedodontista.
Concretamente, non perdere un dente da latte è utile per preservare lo spazio che occupa in bocca e che contribuisce alla corretta crescita dell’arcata. È inoltre meglio non permettere infezioni della bocca dovute a un dentino malato, per evitare che il futuro dente permanente non sia sano proprio a causa della malattia di quello da latte che lo ha preceduto. Si consideri che il dente permanente spunta al di sotto di quello provvisorio, da latte, quindi evitare la carie o l’infezione di quest’ultimo tutela il futuro dente definitivo.

Ortopanoramica della bocca (o panoramica delle arcate dentarie) di un bimbo in cui vediamo che sotto i denti da latte stanno crescendo i futuri denti permanenti

I denti da latte si cariano esattamente come quelli permanenti e, in questo caso, vanno curati, perché, sebbene temporanei, sono importanti per mangiare, per parlare e per far crescere le arcate dentarie nel modo giusto.

A che età fare la prima visita odontoiatrica?

Capita che i pediatri dimentichino di consigliare la visita odontoiatrica pediatrica e quindi spesso i genitori mi chiedono a quale età sia bene effettuarla per la prima volta. E se abbia senso farlo quando i figli hanno ancora i denti da latte.
Il consiglio è di portarli dall’odontoiatra al termine della dentizione decidua, cioè quando sono spuntati tutti i venti denti da latte, quindi, di norma, intorno ai 2 anni.

La prima visita intorno ai 2 anni non è utile “solo” a controllare la situazione, ma anche a instaurare un rapporto tra il piccolo paziente e il dentista. Una conoscenza che, se impostata sul gioco e sulla fiducia, sarà utile negli anni, perché il il bambino inizierà a vivere lo studio dentistico come un ambiente amico, al contrario di quanto avviene ancora oggi per alcuni adulti, che ne sono ingiustamente terrorizzati!

Durante la prima visita, si raccolgono delle informazioni preziose sul bambino: la sua storia (come è nato, come è stato allattato, le malattie che ha avuto) e le sue abitudini (come mangia, come dorme, come gli vengono lavati i denti).
I controlli periodici successivi, invece, servono per prevenire l’insorgenza di carie e per intercettare precocemente eventuali problemi di male occlusione, grazie a una costante valutazione della dentatura e della crescita delle ossa della bocca.

I genitori come possono contribuire alla salute orale dei bambini?

Istruiti dal dentista, è fondamentale che i genitori imparino a monitorare lo stato di salute della bocca dei propri figli: apprendendo come lavargli bene i denti e sapendo riconoscere una carie che si sta formando. Così facendo diventeranno i primi alleati della loro salute orale!

Mamma e papà possono insegnare una corretta igiene orale e anche quali sono i cibi amici e quelli nemici dei denti, indirizzando i piccoli verso un’alimentazione corretta.
Sappiamo che le regole sono fatte per essere infrante una volta ogni tanto, quindi, non si tratta di evitare completamente gli alimenti che non fanno bene (in primis lo zucchero), ma di limitarli quando i figli li chiederanno. Bisogna renderli consapevoli fin da subito, nella vita quotidiana, del funzionamento e della idonea igiene della bocca. Prendersi cura della propria persona è un insegnamento prezioso che non si limita ai denti.
Se i piccoli imparano che dal dentista si va per fare prevenzione, avranno meno cure a cui sottoporsi in età adulta e, quando necessario, ci andranno senza timore.
In pratica, prima si va dal dentista e meglio è. Si tratta di un investimento sul futuro!


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