Parodontite: il secondo e più grave stadio del disturbo gengivale

Disturbo gengivale.

Autore: dott. Marco Rossi
Odontoiatra perfezionato in implantologia

“Il primo passo per risolvere il problema di questa patologia, spesso subdola, è la consapevolezza.”
Marco Rossi

Molto spesso mi trovo a dover spiegare ai pazienti con i casi più impegnativi il motivo di vari appuntamenti e di diverse terapie; non è immediatamente chiara l’importanza di ripetere periodicamente le sedute e alcuni faticano ad accettare l’importanza della continuità.
Per questi motivi ritengo importante partire dalla gravità del problema, di cui noi odontoiatri siamo la soluzione. Iniziamo quindi da cos’è la parodontite e quali sono i sintomi del secondo e più grave stadio del disturbo gengivale.

Cos’è la parodontite?

La parodontite (o malattia parodontale) è una malattia infettiva e infiammatoria che colpisce il parodonto, ovvero i tessuti che circondano e sostengono il dente: gengive, legamento parodontale e osso alveolare.
La parodontite è una forma avanzata di malattia gengivale caratterizzata da un’infiammazione cronica delle gengive e dalla perdita progressiva di tessuto osseo circostante i denti.

Quali sono i primi sintomi della parodontite?

Premesso che spesso non dà segnali chiari e precoci come fa per esempio la carie, i sintomi iniziali della parodontite sono dolore, gonfiore, sanguinamento, arrossamento delle gengive e alitosi (alito cattivo).
I segni successivi sono la retrazione gengivale (che fa sembrare i denti più lunghi) e la mobilità dei denti. Se non viene trattata, nel lungo periodo, la parodontite può portare alla perdita dei denti.
È importante diagnosticare e trattare la parodontite il prima possibile per prevenire danni permanenti ai tessuti parodontali e la perdita dei denti.

La buona igiene orale domiciliare (corretto spazzolamento e uso del filo interdentale) è essenziale per prevenire la parodontite e altre malattie gengivali.

Qual è la differenza tra parodontite e gengivite?

Si tratta di due stadi diversi dello stesso problema: la parodontite inizia spesso come una forma meno grave di malattia gengivale chiamata gengivite.
La gengivite è caratterizzata da gengive arrossate, gonfie e sanguinanti durante lo spazzolamento dei denti. Se non viene trattata adeguatamente, la gengivite può evolvere in parodontite.
Nella parodontite l’infiammazione si estende ai tessuti più profondi, inclusi il legamento parodontale e l’osso che supportano i denti.

Cosa significa essere un paziente parodontale oggi?

Ci riferiamo a una patologia spesso subdola che lascia il tempo di abituarsi a un equilibrio dinamico e patologico in cui il paziente non avverte dei disturbi acuti, se non raramente, e gradualmente si abitua a convivere con una sensazione di fastidio che si fa più intensa in alcuni periodi e più sfumata in altri.
Questo è il primo motivo per il quale i pazienti parodontali arrivano in ritardo dal dentista, quando già ci sono dei danni concreti e ben consolidati.

Il primo passo per risolvere questo problema è la consapevolezza.
Il paziente deve prendere coscienza della sua situazione e affrontarla insieme al parodontologo per evitare la perdita di un numero di denti non perfettamente prevedibile.
Essere un paziente parodontale richiede una collaborazione stretta con il dentista (inteso come lavoro di squadra tra igienista dentale e parodontologo) e un impegno personale per la cura e la prevenzione. La gestione efficace della malattia parodontale può prevenire la perdita dei denti.

Il secondo passo è la continuità.
Purtroppo la malattia parodontale non va incontro a guarigione definitiva dopo le cure, nel senso che richiede, anche nel migliore dei casi, un controllo periodico e puntuale della situazione raggiunta dopo la terapia, cercando di mantenere il più a lungo possibile i risultati faticosamente raggiunti.
Questo fatto potrebbe scoraggiare gli individui più incostanti e meno predisposti a prendersi cura di sé senza avere un orizzonte temporale.
È fondamentale invece che ci si concentri sulla nuova e piacevole sensazione di benessere gengivale e percezione di salute orale per cambiare totalmente atteggiamento e passare dal soggettivo fastidio di doversi occupare di un problema alla soddisfazione di essere capaci di rimanere sani e con i denti saldi e salvi il più a lungo possibile.

Come si cura la parodontite?

La terapia di cura della parodontite inizia con alcune sedute di igiene professionale (detartrasi), per rimuovere il tartaro e le placche batteriche, seguite da altre più in profondità, per rimuovere placca e tartaro sotto gengiva.
Nei casi meno gravi questi trattamenti possono essere sufficienti, mentre per i casi più avanzati occorre ricorrere a interventi chirurgici periodontali per riparare il tessuto danneggiato o per rigenerare l’osso perduto.

Le fasi della cura delle problematiche parodontali sono:

Diagnosi, per determinare il grado di gravità della malattia;

Pianificazione del trattamento, a cura del dentista o parodontologo, per pianificare procedure come la pulizia dentale professionale e, nei casi più avanzati, la chirurgia parodontale e la rigenerazione ossea;

Manutenzione a lungo termine regolare per gestire (e non risolvere definitivamente) la malattia nel tempo. Questo include visite dentali più frequenti rispetto a una persona senza malattia parodontale e procedure come la pulizia parodontale, la terapia con antisettici locali o l’uso di dispositivi di igiene orale specifici;

Miglioramento delle pratiche di igiene orale quotidiana domiciliare (corretto spazzolamento dei denti, uso del filo interdentale e altri strumenti per garantire una pulizia adeguata dei denti e delle gengive);
Rivedere un po’ lo stile di vita, ove necessario, es. smettere di fumare o migliorare la dieta, per contribuire a gestire la malattia parodontale.


Se hai domande o se desideri prenotare una visita siamo a tua disposizione.

06.42020927
327.0884780
segreteria@studiodentisticobarberini.it

START TYPING AND PRESS ENTER TO SEARCH